
Il provider cloud austriaco Anexia ha recentemente completato una significativa migrazione di 12.000 macchine virtuali (VM) dalla piattaforma VMware a una soluzione open source basata su KVM (Kernel-based Virtual Machine).
Questa decisione è stata principalmente motivata dall’aumento dei costi delle licenze VMware, che, dopo l’acquisizione da parte di Broadcom, sono cresciuti di oltre il 500%. Inoltre, le nuove condizioni contrattuali richiedevano pagamenti anticipati annuali con impegni biennali, creando una pressione significativa sul flusso di cassa dell’azienda.
Anexia ha potuto affrontare questa transizione grazie alla sua esperienza con Netcup, un’altra azienda di hosting di sua proprietà che già utilizzava una piattaforma basata su KVM. Inoltre, l’utilizzo di un livello di astrazione denominato “Anexia Engine” ha permesso ai clienti di gestire le loro VM senza interagire direttamente con l’interfaccia VMware, facilitando così la migrazione. L’adozione di storage NetApp ha ulteriormente semplificato il processo, poiché i dati dei clienti erano già archiviati in risorse indipendenti dall’infrastruttura VMware.
Per garantire una transizione fluida, Anexia ha sviluppato un agente che analizza le VM dei clienti, determinando la loro prontezza per la migrazione da VMware a KVM. Una volta ottenuto il consenso del cliente, la migrazione avviene con un semplice clic e un breve riavvio della VM, minimizzando così l’interruzione dei servizi.
Questo caso evidenzia l’importanza per i provider di servizi cloud di valutare attentamente le loro dipendenze tecnologiche e i relativi costi, considerando soluzioni open source come KVM per mantenere la competitività e garantire la sostenibilità economica.
Per approfondire l’argomento, è disponibile un’analisi dettagliata nel seguente video: